battean la zampa sotto al patrio ostello. Scritto nel dicembre 1817 in occasione della visita in casa Leopardi della cugina di Monaldo, Geltrude Cassi Lazzari, e pubblicato solo nel 1906, "Memorie del primo amore" è qui accompagnato dall'elegia "Il primo amore", composta nei medesimi giorni. Inevitabilmente, l’impotenza a trattenere ciò che è solo pura visione genera l’assillo di un possesso instabile, scisso dalle apparenze del mondo reale. 4922  « [...] io duro come ne’ giorni innanzi, parendomi che il solo mio vero passatempo sia lo scrivere queste righe » (Ibidem, p. 19). 60           ch’altro sarà, dicea, che il cor mi tocchi? Due avventure differenti e insieme simili: da una parte la preghiera, il lamento, la meditazione di un’eroina lontana, segnata dal destino e esclusa dalla felicità; dall’altra il ricordo di una dolorosa, ma anche esaltante esperienza personale, vissuta per la prima volta e fissata negli elementi costitutivi, nella sua fenomenologia fisica e immaginativa, e innalzata in una dimensione paradigmatica. Inevitabile e quasi automatica è la relazione tra quello che si leva come l’« ultimo canto » della poetessa greca e ciò che si presenta, invece, come la prima traccia della propria nascente identità. 9             recar tanto desio, tanto dolore? inconsapevolmente illusi o consapevolmente tristi. Si rinvia, per una verifica puntuale, ai commenti già citati di De Robertis, di Gavazzeni e della Muñiz Muñiz. L’operazione è in parte coincidente e in parte diversa da quella che Leopardi aveva compiuto nel Diario del primo amore13, il testo che registra, appunto secondo il principio di un journal interiore,l’evoluzione di un sentimento appena scopertoe il viluppo dei conflitti che da esso dipendono. La lirica, d’altra parte, è per Leopardi proprio questo: il canto di dolore del soggetto, che trasforma ed esprime la propria sofferenza in parola. Anche da questo punto di vista il Primo amore guarda ai componimenti successivi. 16           Quel pensier che nel dí, che lusinghiero, 17           ti si offeriva nella notte, quando. 2             d’amor sentii la prima volta, e dissi: 3             oimè, se quest’è amor, com’ei travaglia! 32           d’antica selva zefiro scorrendo. L’adozione della terzina, unica nella tessitura dei Canti, è testimonianza del deciso connettersi a una tradizione (quella appunto del sogno/visione, che ha naturalmente in Dante, in Petrarca e nel più vicino Monti sicuri punti di riferimento24), di cui riprende le formule sostanziali. La soluzione di Leopardi, per il quale elegia è sinonimo di metro e coincide, per i contenuti, con la natura intrinseca della lirica tout court11, sacrifica il predicato tecnico a favore della qualità propria che ai singoli testi è concessa dal nome simbolico e indeterminato di Canti. Leopardi riprende in più luoghi l’impossibilità di avvicinarsi alle cose realmente esistenti e sottolinea il fastidio per ogni forma che non sia quella immaginata : « Il quale [il cuore] tenerissimo, teneramente e subitamente si apre,ma solo solissimo per quel suo oggetto, chè per qualunque altro questi pensieri m’hanno fatto e della mente e degli occhi oltremodo schivo e modestissimo, tanto ch’io non soffro di fissare lo sguardo nel viso sia deforme (che se più o manco m’annoi, non lo so ben discernere) o sia bello a chicchessia, nè in figure o cose tali ; parendomi che quella vista contamini la purità di quei pensieri e di quella idea ed immagine spirante e visibilissima che ho nella mente » (. Il primo amore ( G. Leopardi) Datazione : composto a Recanati dal 14 al 16 dicembre. 6134 Operette morali, a cura di C. Galimberti, Napoli, Guida, 1988, p. 219. Proprio il « cor », infatti, diventa teatro di emozioni sconosciute, ma è anche il responsabile dei trasalimenti dell’anima intera. Représentations de l’anti-Risorgimento de 1815 à nos jours, Les mouvements migratoires entre réalité et représentation, Poeti d'oggi/Poètes italiens d'aujourd'hui, Variation autour des idées de patrie, Etat, nation, Italie et Etats-Unis - Interférences culturelles, Voyager à la découverte de l'identité et/ou de l'altérité, Portail de ressources électroniques en sciences humaines et sociales, « Quell’altro mondo che era il mondo ». 12           al cor mi discendea tanto diletto? 56           palpitando nel letto e, chiusi gli occhi. Il primo amore_Giacomo Leopardi IL PRIMO AMORE Tornami a mente il dì che la battaglia D'amor sentii la prima volta, e dissi: Oimè, se quest'è amor, com'ei travaglia! L’episodio specifico, cui egli rivolge la sua attenzione, è figura di una legge che resterà invariabile. Caduti tutti gli idoli estranei alla sfera dell’immaginazione, resta solo il colloquio con il proprio cuore, con i fantasmi e con le fantasie che da esso nascono. 5-44). URL : http://journals.openedition.org/italies/2587 ; DOI : https://doi.org/10.4000/italies.2587. Follow. La lirica, viceversa, copre solo lo spazio narrativo della prima parte : dalla rivelazione dell’amore alla partenza della donna; il resto è una celebrazione al presente del proprio dolore e della fedeltà all’immagine di lei che persiste vittoriosa nella mente del poeta.23. Ricordo di un’esperienza, perciò, vissuta come alterazione e turbamento, piuttosto che cronaca analitica di una passione. 33           un lungo, incerto mormorar ne prome. 14 giugno 1837, Napoli. 13           Dimmi, tenero core, or che spavento, 14           che angoscia era la tua fra quel pensiero. Mentre, dunque, sigilla e archivia il ciclo delle canzoni, introduce, nella sequenza stessa dei componimenti, alla via degli idilli. Nelle « tenebre » irrompe « la dolce imago », contemplata con lo sguardo della mente, oltre la barriera degli « occhi chiusi » del corpo. Giacomo Leopardi - Canti (1831) X Il primo amore. In qualche modo, ridotta ad allucinazione e a pura ombra, essa è una variante dell’impossibilità di raggiungere compiutamente il piacere inseguito, qualunque sia l’aspetto in cui possa materializzarsi. Anzi, « come all’aure si turba onda di lago », così l’interferenza delle cose vive può solo contaminare e offuscare la vista limpida che di essa e della sua bellezza si ha. Home Page > Percorso testuale > Poesie > Il primo amore. cit., p. 649. Ahi come mal mi governasti, amore! 57           strinsi il cor con la mano, e sospirai. 47-85. e di me si spendea la miglior parte, Sul rapporto che unisce e divide i due testi cfr. 14L’atto del « mirare » genera il problema su cui il canto ruota e che coinvolge le proprietà dell’innamoramento: stato per eccellenza perturbante, mescolanza di « dolce affetto » con « tanto desio » e « tanto dolore ». qual tra le chiomeD’antica selva zefiro scorrendo,Un lungo, incerto mormorar ne prome. Se felicità e infelicità possono coesistere nel cuore, l’io che ne registra gli spasimi ambivalenti conosce solo la stanchezza della lotta sostenuta. E proprio l’esame introspettivo, nel momento in cui l’amore Rendo omaggio alla sua arte ripubblicando, debitamente rivisto, un mio testo apparso sul "Primo amore" il 17 marzo 2017 e scritto nella più pericolosa città del Brasile. 4 Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissi, 5 io mirava colei ch’a questo core 6 primiera il […] 89           turbare egli temea pinta nel seno. 84           alla guardia seder del mio dolore. non sia frainteso dal lettore (“... io giuro / che voglia non m’entrò bassa nel 85           E l’occhio a terra chino o in se raccolto, 86           di riscontrarsi fuggitivo e vago. Esperienza di un soggetto, avventura del suo animo, esso è contemporaneamente la rappresentazione di una contraddizione a cui l’Io resta inchiodato : aperto alla bellezza celeste, non può che disprezzare tutto ciò che di quella bellezza è pallida copia. del mio dolore”. 54           e delle rote il romorio s’intese; 55           orbo rimaso allor, mi rannicchiai. yourtrashcollector. 292  M. Santagata, Quella celeste naturalezza, Bologna, Il Mulino, 1994, pp.15-44. 51           e il core in forse a palpitar si mosse! Si veda ancora : « il guardare o pensare ad altro aspetto [.....] mi par che m’intorbidi e imbruttisca la vaghezza dell’idea che ho in mente, di maniera che lo schivo a tutto potere » (p.15) e, perentoriamente, « io non posso vedere bellezze umane reali » (p. 16). Allorché commenta Alla sua donna, l’autore stesso ne indica il contenuto principale nella contemplazione di « una di quelle immagini, uno di quei fantasmi di bellezza e di virtù celeste e ineffabile, che ci occorrono spesso alla fantasia, nel sonno e nella veglia, quando siamo poco più che fanciulli, e poi qualche rara volta nel sonno, o in una quasi alienazione di mente, quando siamo giovani. Come annota il padre in un registro familiare memoria dei principali eventi della famiglia attraverso i secoli: “A dì 29 giugno 1798. La prima, tra le poesie d’amore di Leopardi che vorremmo proporvi è Alla sua donna, una sorta di inno alla donna ideale, composto nel 1823, di cui riportiamo i versi iniziali. Questa risoluzione rappresenta la seduzione infinita dell’esperienza amorosa ma, contemporaneamente, ne segna il carattere disperato e inquietante : Sulla questione cfr. scrittura: il sommovimento del cuore è in piena attività, l’amata è ancora Ogni suo soggetto usitato appartiene di sua natura alla lirica; come i subbietti lugubri, che furono spessissimo trattati dai greci lirici, massime antichi, in versi lirici, nei componimenti al tutto lirici, detti thrênoi, i quali furon quelli di Simonide, assai celebrato in tal maniera di componimenti, e quelli di Pindaro: forse anche monodíai, come quelle che di Saffo ricorda Suida » (G.L., Zibaldone, cit., p. 4236). amata l’amore è assoluto, totale, incondizionato, è il naufragio nell’infinito; G.L., Tutte le opere, a cura di W. Binni ed E. Ghidetti, I vol., Firenze, Sansoni, 1993, p. 57). 61-84 : allontanatasi la donna, sopravvive l’« amarissima ricordanza » e il distacco da qualunque altro sentimento che non coincida con quello d’amore ;vv. Sulla base di questa successione di temi, che implica anche una transizione da una prospettiva poetica a un’altra, l’autore articola l’intera macchina dell’opera, distribuendo accortamente la sede di ciascun componimento e il ruolo che a questo compete nell’impianto generale. piaceami, e col mio core / in perenne ragionar sepolto, / alla guardia seder 4114  G. L., Diario del primo amore, a cura di G. G. Amoretti, Genova, Il Melangolo, 1981, p. 13. Come scriverà rivolgendosi alla « donna che non c’è » in Alla sua donna. Ogni suo soggetto usitato appartiene di sua natura alla lirica; come i subbietti lugubri, che furono spessissimo trattati dai greci lirici, massime antichi, in versi lirici, nei componimenti al tutto lirici, detti, , i quali furon quelli di Simonide, assai celebrato in tal maniera di componimenti, e quelli di Pindaro: forse anche. Tornami a mente il dì che la battaglia d'amor sentii la prima volta, e dissi: Oimè, se quest'è amor, com'ei travaglia! 5528  « Il sonno stesso non è piacevole se non in quanto è torpore, dimenticanza, riposo dai desideri, dai timori, dalle speranze, e dalle passioni di ogni sorta » (Zibaldone, cit., p. 1779). cit., p. 22) scrive che Il Primo amore « è adibita a fare da cuscinetto » « tra le esperienze omogenee e in sé concluse della stagione delle canzoni e quella degli idilli ». È un « pensier » nuovo quello di cui si parla, la cui invadenza nel circolo ininterrotto dei giorni e delle notti è sottolineata dalla ripetizione del verso 16 : Quel pensier che nel dì, che lusinghieroTi si offeriva nella notte, quandoTutto queto parea nell’emisfero:Tu inquieto, e felice, e miserando,M’affaticavi in su le piume il fianco,Ad ogni or fortemente palpitando. rivolge a lei: egli dialoga con il proprio cuore, cioè con se stesso. Costituisce, infatti, il componimento di transizione verso la poesia degli Idilli, che avra’ al centro il soggetto e la storia "sentimentale" dei suoi pensieri. Svanita la causa del diletto, sopravvive l’« amarissima » ricordanza, che pesa sul cuore e che lo attraversa a ogni voce o immaginea : sostituti ingannevoli di qualcosa che si è perduto e che alludono a questo bene, senza replicarne l’identità. la voce, ch’altro il cielo, ahi, mi togliea. 4-12 : indicazione della natura ancipite dell’amore, « diletto » « pien di travaglio e di lamento » ;vv. Il rapporto che si stabilisce tra i due testi è, come si diceva, di continuità, di somiglianza, ma anche di differenza. Leopardi, quasi ventenne, e vive il suo primo amore. queta il silenzio, o il verdeggiar del prato. 81           Deh quanto, in verità, vani siam nui! 67           Ned io ti conoscea, garzon di nove, 68           e nove Soli, in questo a pianger nato. Partita la donna, resta lo sgomento di una condizione che coinvolge e annulla qualunque altro interesse possa toccare il cuore. 82           Solo il mio cor piaceami, e col mio core. Calvino e il cinema, Verga e le radici malate del Risorgimento. riflessione razionale, che però non cancella, ma anzi esalta, la passione 3912  Sul confronto tra i due testi scrive M. de las Nieves Muñiz Muñiz (op.cit., p. 205) : « Si bien desde el título mismo, alusivo a una íntima experiencia autobiográfica del poeta, se marca la fractura entre este ‘primer’ canto de amor y el ‘ùltimo’ canto dirigido a la naturaleza por la antigua Safo, el salto queda hábilmente atenuado por la común temática (la desdicha amorosa en un sujeto ‘nacido para el llanto’) y el recurso en ambos casos a la primera persona. 8             Perché seco dovea sí dolce affetto. bella imago, 102         da cui, se non celeste, (G. Leopardi, Canti, Newton La partenza della donna è descritta nella sua fisicità più inoppugnabile, attraverso la percezione puntuale di ciò che sta avvenendo. sotto lo stesso tetto o lo ha abbandonato da poco, eppure Leopardi non si lei m’appago. 17Protagonista di un’avventura inedita, il « cor » dell’Io sperimenta, proprio per la prima volta, una condizione in cui ogni « contento » diventa « noia ». 99           ch’arsi di foco intaminato e puro. Che gli occhi al suol … Continua a leggere → La condizione in cui quello vive è scandita da una triplicatio (Tu inquieto, e felice, e miserando), cui si contrappone, in antitesi, una nuova triplicatio, che ha per riferimento l’altra dramatis persona (io tristo ed affannato e stanco). AccueilNuméros3Il primo amore di Giacomo Leopard... La canzone "Il primo amore" occupa una posizione cruciale nel sistema dei Canti. 72           queta il silenzio, o il verdeggiar del prato. Leopardi El contraste gloria/belleza marca una nueva fase en la ‘historia’ de los Cantos (según la ordenación que quiso darles el poeta): no ya la gloria añorada y lamentada en las canciones anteriores, sino el amor; no las ilusiones colectivas, sino la única que puede obrar con fuerza suficiente en el individuo moderno.32. 21La « voce » è l’ultima zattera a cui il soggetto si aggrappa: una voce « cara », da riconoscere e da identificare, tenendola distinta da « plebea » e permettendole di scendere fino al cuore31. 58           Poscia traendo i tremuli ginocchi. Informazioni sulla fonte del testo IX. 19Né il sonno, unico modo per tacitare l’energia del desiderio28, interviene a dar tregua. La ricerca dell’oggetto amato diventa sempre più implacabilmente, nella ricostruzione leopardiana, la caccia a un’astrazione. A lui ci si può indirizzare come a una parte sofferente del proprio sé, da cui dipende, comunque, lo smarrimento implacabile dell’Io : Dimmi, tenero core. 25Proprio perché l’amore si rinchiude nella vista di un’essenza, non potrà essere che sogno, illusione, fantasia, desiderio incompiuto di qualcosa che non esiste, e dunque dolore. L’oblio della memoria. Lo scenario che si apre è, ora, il mondo « fantastico » del sogno e dell’interiorità: quell’universo notturno di ansia e di smarrimenti a cui aveva insegnato a guardare l’antropologia alfieriana e foscoliana29. Proprio nella definizione del Primo amore l’Io acquista una centralità nuova, marcata in modo esplicito dalla ricorrenza impressionante e inedita della parola « cor » : mai usata prima, nel lessico dell’opera, con la medesima frequenza e inflessione6, e pari solo all’uso che Leopardi ne farà anni dopo nel Consalvo, o in un altro nevralgico componimento di passaggio come Il risorgimento7. Il rinvio è allo studio, ormai classico, di M.H. Perchè seco dovea sì dolce affetto Identificandosi con un’astrazione, essa resta puro oggetto di contemplazione: mai un possesso definitivo e compiuto. La forma globale dei Canti si articola, come si sa, secondo i principi di una raccolta organica, ordinata secondo una precisa architettura disposta dall’autore, che coordina intenzionalmente l’equilibrio generale dell’intero volume1. / Deh come mai da me sì vario fui, / E tanto amor mi tolse un altro amore ? Oh come grato occorre. Nel caso del Diario, registrando le fasi e lo svolgersi della propria complicata iniziazione, il poeta affida a questo lento e implacabile lavoro di autoanalisi il compito di illuminare il processo che si è avviato e in cui egli si muove, contemporaneamente, da vittima e da spettatore. Scrive Blasucci : Il Diario si presenta dunque, nel suo insieme, come la registrazione del decorso di una passione solitaria, dal suo primo manifestarsi al suo illanguidirsi. 5629  Inevitabile il rinvio agli studi di E. Raimondi, Le pietre del sogno, Bologna, Il Mulino, 1985. 336  Il lemma compare, senza richiami diretti alla sensibilità soggettiva messa in gioco nel Primo amore, due volte in Sopra il monumento di Dante ; una volta ciascuna nelle Nozze della sorella Paolina e in Alla primavera. 23Quell’oggetto desiderato diventa una pura idea, una « illibata, candida imago », che eccede ogni volto reale: un’immagine « pinta nel seno », che non può coincidere con nessuna forma naturale, deforme o bella che essa sia. Nella poesia Odisseo a Telemaco del 1972 di Iosif Brodskij abbiamo il primo esempio di una poesia che abita la distanza inabitabile e inarrivabile. 63           ad ogni voce il core, a ogni sembianza. Home Logra así L. conjugar continuidad y discontinuidad en un claroscuro cuya clave reside en los matices, es decir, en el modo de expresar y padecer la pasión: trágico para la poetisa griega que corta abruptamente el hilo de su ‘ingenio’ al descubrir el misterio de la infelicidad; melancólico para el moderno lírico que funda en ella -. D. De Robertis afferma decisamente che « gli Idilli sono il punto di crisi dei, « è adibita a fare da cuscinetto » « tra le esperienze omogenee e in sé concluse della stagione delle canzoni e quella degli idilli ». Questo scarto implica la persistenza di stati d’animo torbidi, incerti, irrequieti, sotto il segno della « smania » e dell’« angoscia ». Canti (Leopardi - Donati)/X. Il lemma compare, senza richiami diretti alla sensibilità soggettiva messa in gioco nel. 36           quella per che penando ivi e battendo? 2La posizione che Il Primo amore occupa nel sistema complessivo dei Canti è assai delicata. Oggi – 10 dicembre 2020 – è anche il centenario della nascita della più pericolosa narratrice sudamericana: Clarice Lispector. Scritte fra il 14 dicembre 1817 e il 2 gennaio 1818, queste pagine di diario raccontano l’innamoramento del poeta per “una Signora Pesarese”, Gertrude Cassi, cugina di Monaldo padre di Giacomo Leopardi. critica di G. Pacella, Milano, Garzanti, 1991, p. 53. dell’amata, alla quale egli si rivolge. La descrizione di questi « moti cari e dolorosi »17 costituisce il vero tema dell’operetta. In modo diverso dalla logica seguita dalle pagine in prosa, esso si attesta, piuttosto, sulla scoperta della natura dolorosa dell’intera vicenda d’amore, senza seguirla nel percorso stesso di genesi e di epilogo che caratterizza il Diario. se vera e quale il mio pensier ti pingealcun t’amasse in terra, a lui pur foraquesto viver beato. Il primo amore. dopo L’ultimo canto di Saffo, scritta nel l822, e prima del Passero solitario, felice e miserando”). Leopardi, Il primo amore Altre volte Leopardi parla di amori giovanili (A Silvia, Il sogno), ma si tratta di amore che prende corpo soltanto nel ricordo (o nel sogno, appunto), dopo … 92           pentimento, che l’anima ci grava. Tuttavia, all’opposto, il «foco» d’amore è anche «foco intaminato e puro », che «spira» nel pensiero grazie a quella trasfigurata «bella imago». Italies, Revue d’études italiennes, Université de Provence, n°3, Femmes italiennes, 1999. XXIII-XLII) e F. Gavazzeni (. Poesia Il primo amore di Giacomo Leopardi: Tornami a mente il dì che la battaglia D'amor sentii la prima volta, e dissi della raccolta dei Canti, ma nella sistemazione definitiva occuperà il X posto, 18I moti accelerati del cuore sono la misura che regola il tempo interiore del soggetto. Il racconto del mito e la fondazione della comunità : licence Creative Commons Attribution - Pas d'Utilisation Commerciale - Pas de Modification 4.0 International, Catalogue des 552 revues. L’amore per Leopardi non coincide mai perfettamente con una singola donna. XXIII-XLII) e F. Gavazzeni (L’unità dei Canti: varianti e strutture, introduzione a G.L, Canti, a cura di F. Gavazzeni e M.M. è fuoco acceso e vivo, porta Leopardi a conclusioni che resteranno costanti 325  G. L, Zibaldone di pensieri, ed. Giacomo Leopardi in archivio dal 28 mag 2001. ch’altro sarà, dicea, che il cor mi tocchi? L’opzione per lo strumento discorsivo della prosa è del tutto funzionale a dare « isfogo » a un cuore « molle e tenero »15, e, contemporaneamente, permette di indagare le reazioni del soggetto, i suoi atteggiamenti di fronte all’assalto che egli sta subendo. 96           suo morso in questo cor già non oprava. I due nuclei principali dei Canti si fronteggiano ormai contrapposti: uno è alle spalle, composto di mondi e di personaggi antichi o distinti da sé; l’altro è all’orizzonte e sarà nutrito dalle avventure storiche dell’anima e dalle sue « affezioni ». né in leggiadro soffria né in turpe volto: giammai non ebbi, e sol di 20La trama del componimento non si arresta, tuttavia, su questa attività solitaria della mente. costituiscono una analisi dell’amore e del proprio sé attraverso una 26La scissione tra ideale e reale, tra sogno e vita, tra illusione e verità, è del tutto avvenuta. Il mondo vero, fatto di suoni e di corpi tangibili, rioccupa il posto principale, mentre il giorno che nasce riporta la concretezza di rumori sicuri: lo scalpitare dei « destrier », « che battean la zampa sotto al patrio ostello », o « de’ cavai e delle rote il romorio ». Il soggetto, ritornato alla veglia, osserva quanto si sta muovendo attorno a lui, teso a custodire, di quell’oggetto che si sta allontanando almeno la « voce », parola-simbolo ripresa ripetutamente, come la reliquia superstite di un bene fuggito : Ver lo balcone al buio protendeaL’orecchio avido e l’occhio indarno apertoLa voce ad ascoltar, se ne doveaDi quelle labbra uscir, ch’ultima fosse;La voce, ch’altro il ciel, ahi, mi togliea. Datazione : composto a Recanati dal 14 al 16 dicembre. Ciò che permane, quando la fonte dell’innamoramento si allontana, è un’aspirazione di bellezza che non coincide con nessuna forma empirica. alle tenebre / sorgea la dolce imago ...”). 1-3 : esposizione dell’argomento: ricordo della prima « battaglia d’amor » ;vv. 74           nel petto, cui scaldar tanto solea. 13-24 : allocuzione al cuore, sede dell’angoscia generata dal pensiero d’amore ;vv. 45           l’orecchio avido e l’occhio indarno aperto, 46           la voce ad ascoltar, se ne dovea. soprattutto D. De Robertis (Il sistema della poesia, in G.L., Canti, a cura di G. e D. De Robertis, Milano, Mondadori, 1978, pp. 87           né in leggiadro soffria né in turpe volto: 88           che la illibata, la candida imago. Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissi, che angoscia era la tua fra quel pensiero, gli occhi al sonno chiudea, come per febre, sorgea la dolce imago, e gli occhi chiusi. , a cura di G. G. Amoretti, Genova, Il Melangolo, 1981, p. 13. X Il primo amore. I due vocaboli (« sovrana » e « impero ») sanciscono in modo perentorio l’autorità assoluta esercitata da questo dominio, a cui non pare ci si possa sottrarre. L’opera "Il primo amore", che è una canzone, occupa una posizione cruciale nel sistema dei Canti.Costituisce, infatti, il componimento di transizione verso la poesia degli Idilli, che avra’ al centro il soggetto e la storia "sentimentale" dei suoi pensieri. , come quelle che di Saffo ricorda Suida » (G.L., Sul confronto tra i due testi scrive M. de las Nieves Muñiz Muñiz (, , p. 205) : « Si bien desde el título mismo, alusivo a una íntima experiencia autobiográfica del poeta, se marca la fractura entre este ‘primer’ canto de amor y el ‘ùltimo’ canto dirigido a la naturaleza por la antigua Safo, el salto queda hábilmente atenuado por la común temática (la desdicha amorosa en un sujeto ‘nacido para el llanto’) y el recurso en ambos casos a la primera persona. Si veda ancora : « il guardare o pensare ad altro aspetto [.....] mi par che m’intorbidi e imbruttisca la vaghezza dell’idea che ho in mente, di maniera che lo schivo a tutto potere » (p.15) e, perentoriamente, « io non posso vedere bellezze umane reali » (p. 16). 13Dal verso 4 comincia l’esposizione analitica di quell’espe-rienza : Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissiIo mirava colei ch’a questo corePrimiera il varco ed innocente aprissi. Il corpo materiale è sostituito dal profilo di un fantasma, che attraversa gli spazi come un’allucinazione, suscitando « instabili, confusi // pensieri » : pensieri mescolati, mutevoli, inafferrabili, resi più spezzati dall’enjambement che separa l’aggettivo dal nome. 11Come si vede anche da questo assai sommario profilo, l’attenzione si arresta sul meccanismo generativo dell’immagine d’amore, abbandonando lo schema evolutivo seguito nel Diario. 34-60 : descrizione della partenza della donna ;vv. Infine è la donna che non si trova »8. Questa sostituisce l’altra e ne rappresenta il simulacro, il feticcio che sta al posto del bene perduto. In questo luogo di ombre la donna reale coincide con la donna sognata. Tornami a mente il dì che la battaglia D’amor sentii la prima volta, e dissi: Oimè, se quest’è amor, com’ei travaglia! ventenne sperimenta la dimensione filosofica della poesia: questi versi Attraverso questo gioco di rimandi e di sostituzioni, tra i due componimenti si stende un filo comune, che li serra l’uno all’altro e che sembra contenere, in un interrotto rapporto, anche tutti gli altri testi che tra loro si collocano. 27Demolita questa suprema illusione, sopravviverà solo l’infinita vanità del tutto. Scrisse in questa occasione il "Diario del primo amore" e l' "Elegia I" che verrà in seguito inclusa nei "Canti" con il titolo "Il primo amore". 4             Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissi, 5             io mirava colei ch’a questo core. 59           stupidamente per la muta stanza. scritta nel l829. 70           Quando in ispregio ogni piacer, né grato, 71           m’era degli astri il riso, o dell’aurora. Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissi, Io mirava colei ch’a questo core Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissi io mirava colei ch'a questo core L’amore per Leopardi non coincide mai … 8Quello che, tuttavia, resiste nella memoria e ricompare come una presenza ossessiva, dando potenza a un tale « impero », non è tanto, o non solo, una persona concreta, quanto, invece, il « fantasma » che da questa deriva, il « sembiante » impalpabile in cui si è convertita. « [...] io duro come ne’ giorni innanzi, parendomi che il solo mio vero passatempo sia lo scrivere queste righe » (. Giacomo Leopardi - Poesia by ilCarta. 101         spira nel pensier mio la L’amarezza e la malinconia (i concetti che si accampano isolati, in forma di aggettivo e di avverbio, nel primo emistichio dei versi 61 e 66) diventano gli emblemi verbali di questo cammino interiore. L’oblio della memoria. In essi il sentimento del dolore che oscura il piacere è sottolineato dall’iperbato del verso 11, con la messa in rilievo del « travaglio » e del « lamento » che colpiscono il cuore : E non sereno, e non intero e schiettoAnzi pien di travaglio e di lamentoal cor mi discendea tanto diletto.

Giochi Da Tavolo Educativi, L'appartamento Film 2018, Paul Newman Filmografia, Alicia Giménez-bartlett Libri, Cucina Marchigiana Wikipedia, Novena A Sant'ambrogio, Sagre 2020 Lazio, Graduatoria Regionale Irc Piemonte, Ortona Provincia Di, Il Figlio Film, Maleficent 2 Amazon Prime Video, Deepak Chopra Giorno 12,